giovedì 17 novembre 2011

Altheo "Mostre": Roma, Steve McCurry.

Altheo "Mostre": Steve McCurry
3 dicembre 2011, 29 aprile 2012
Macro Testaccio. Roma



Grande mostra dedicata a Steve McCurry.
Saranno esposte oltre 200 fotografie, scattate nel corso degli oltre 30 anni della sua straordinaria carriera di fotografo e di reporter, tratte in parte dal suo vasto archivio e in parte provenienti da campagne fotografiche recenti, molte delle quali inedite. Sarà esposta anche una selezione di fotografie dedicate all’Italia, un omaggio nell'anno in cui si festeggia il suo 150° anniversario, frutto dei ripetuti soggiorni effettuati nel corso dell’ultimo anno in varie città e regioni, dal Veneto alla Sicilia, appositamente per questo evento.


 


 


 

Steve McCurry, riconosciuto universalmente come uno dei più grandi fotografi odierni, ha vinto molti dei più prestigiosi premi per la fotografia. Conosciuto maggiormente per l’uso evocativo che fa del  colore, McCurry, seguendo la più fine tradizione documentarista, cattura l'essenza dell’animo umano. 
Membro dell’agenzia Magnum dal 1986, McCurry ha cercato e trovato l’indimenticabile; molte delle sue immagini sono diventate icone moderne. Nato a Philadelphia, McCurry si laureò con lode alla facoltà di Arte e Architettura della Pennsylvania State University. Dopo il lavoro per un quotidiano durato due  anni, partì per l’India per iniziare come freelance. E’ in India che McCurry imparò ad aspettare e guardare alla vita.
"Se sapete aspettare", afferma, "la gente si dimenticherà della vostra macchina fotografica ed il loro animo più profondo si mostrerà”. La sua carriera è stata lanciata quando, vestito in abiti tradizioniali, ha attraversato il confine del Pakistan per arrivare nell’Afghanistan controllato dai ribelli appena prima dell'invasione russa.
Al ritorno, i rullini delle pellicole che aveva fatto cucire nei suoi vestiti contenevano le immagini che sarebbero state pubblicate in tutto mondo facendo di lui il primo a mostrare il conflitto che si stava combattendo in quelle terre.




Per questa impresa ha vinto la Robert Capa Golden Medal per il migliore reportage fotografico dall'estero, un premio dedicato ai fotografi che dimostrano un grande coraggio e che si rendono protagonisti di imprese eccezionali. È il vincitore di numerosi premi, compreso il Magazine Photographer dell'anno, ricevuto dall'associazione nazionale dei fotografi per la stampa. Lo stesso anno ha vinto, senza precedenti, ben quattro primi premi al World Press Photo. Ha vinto poi per due volte il premio commemorativo a Olivier Rebbot. Steve McCurry ha coperto molte zone di conflitto internazionale e civile, compreso Beirut, la Cambogia, le Filippine, la Guerra di Golfo, la Iugoslavia, l’Afghanistan e il Tibet.




Si focalizza sulle conseguenze umane della guerra, che mostrano non soltanto che cosa la guerra cambia sul paesaggio, ma piuttosto, sulla faccia umana. Il lavoro di McCurry è stato pubblicato in ogni principale giornale nel mondo e frequentemente compare nel National Geographic Magazine con gli articoli recenti sul Tibet, sull'Afghanistan, sull’Iraq, sullo Yemen e sul tempio di Angkor Wat, Cambogia. McCurry è guidato da un’innata curiosità e senso di meraviglia per il mondo e per le cose e persone che lo abitano. Ha una strana capacità di attraversare i confini della lingua e della cultura per catturare storie di esperienza umana. “La maggior parte delle mie immagini sono di persone. Cerco il momento indifeso, l’anima più genuina che si affaccia, l’esperienza impressa sul volto.






Cerco di trasmettere ciò che quella persona può essere, una persona sensibile in un contesto più ampio, che potremmo chiamare condizione umana“. Un alto punto forte della sua carriera fu il ritrovamento della ragazza afgana, precedentemente non identificata, che molti hanno descritto oggi come la fotografia più riconoscibile al mondo. Quando McCurry infine ha individuato Sharbat Gula dopo quasi vent’anni, egli disse "la sua pelle è consumata; ci sono rughe ora, ma è rimasta sensazionale come lo era così tanto tempo fa." McCurry ritornò da una spedizione in Cina il 10 settembre 2001. Il suo servizio a Ground Zero l’11 settembre fu un testamento all’eroismo ed al nobiltà d’animo delle persone della città di New York . "Si provò orrore ed immediatamente, istintivamente si capì che le nostre vite non sarebbero più state le stesse."